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venerdì 17 ottobre 2014

6: Le cose e la geografia: le cose da mangiare e i loro luoghi di origine e di coltivazione

Provenienza

Anche se cavolo ha una lunga storia, è difficile rintracciare le sue origini precise a causa delle molte varietà di verdure a foglia verde classificate come "brassiche".
L'antenato selvatico del cavolo, la Brassica oleracea, fu originariamente trovato in Gran Bretagna e in Europa continentale.
Brassiche non ben identificate sono state ritrovate in documenti provenienti dalla Mesopotamia.
Si ritiene che gli antichi egizi non coltivavano cavoli, poiché esso non era nativo della valle del Nilo, anche se la parola "shaw't" ritrovata nel Papiro Harris del tempo di Ramesse III, è stata interpretata come "cavolo".  Gli egizi, sotto il regno di Tolomeo, conobbero la coltivazione del cavolo che era familiare agli antecedenti macedoni di Tolomeo.
I romani mangiavano cavoli e rape tra una vasta varietà di altri legumi e verdure.



Produzione del cavolo
Dati forniti da DeAgostini
 

http://www.deagostinigeografia.it/wing/confmondo/confronti.jsp?t=confmondo&goal=100251&title=Cavoli-produzione&section=3&year=2013&iso=ALB&lang=it


Curiosità

L'isola dei Cavoli

L'isola dei Cavoli è una piccola isola che si trova nel mar Tirreno a meno di un chilometro a sud-est di capo Carbonara nella Sardegna meridionale. Dipende amministrativamente dal Comune di Villasimius (CA).
L'origine del nome ha due versioni correnti: secondo la più antica il suo nome, che in sardo è isula de is càvurus che significa "isola dei granchi", è semplicemente un grossolano travisamento, un errore di traduzione da parte dei cartografi italiani. La versione più moderna è che il nome derivi dall'abbondante presenza sull'isola di numerose piante di cavolo selvatico o cavolo di Sardegna (Brassica insularis).

mercoledì 8 ottobre 2014

Il matterello nella storia

Elogio del matterello

Già noto agli Etruschi, come testimoniano gli affreschi della tomba “Dei rilievi” di Cerveteri, presso i Latini divenne celebre con il termine di fistula. Nella Roma imperiale veniva abilmente maneggiato per stendere la sfoglia o per creare la pasta con la quale avvolgere le carni e le farce da infornare.
La parola matterello sembra si affermò nel XIII sec. come derivazione di “mattero”, cioè randello, a chiaro riferimento della sua forma.
Se in epoca medievale era utilizzato dai cuochi dei monasteri e delle case nobili, nel Rinascimento fece il suo ingresso nelle cucine popolari. Nei secoli il mattarello è stato il protagonista di immagini voluttuose, caste, marziali od oniriche.
http://www.taccuinistorici.it/ita/news/contemporanea/gastrosofia/Elogio-del-mattarello-.html




‘A CUCINA. Viaggio dentro il dialetto napoletano.

Il termine greco làganon e il termine latino laganum si usavano per indicare un impasto di acqua e farina, tirato e tagliato a strisce. Si narra infatti che già Cicerone, l'antico filosofo romano, andasse in giro parlando di làgana, termine latino dal quale deriverebbe l'attuale nostrana lasagna.
I napoletani indicavano il tagliere con il termine di laganaturo.
Con il termine laganaturo si indicò un tempo alternativamente sia il tagliere, che il bastone cilindrico con cui si spianava la pasta per cavarne le lagane; tale bastone è quello che dovrebbe correttamente dirsi matterello (diminutivo di màttero che è da congiungersi al latino matéola= mazza, bastone), ma che qualcuno si ostina a dir, impropriamente, mattarello. Il loro nome coincise per un periodo poiché sia il tagliere che il matterello erano due strumenti utili alla produzione delle lagane.
http://www.dialettando.com/articoli/detail_new.lasso?id=9305

martedì 7 ottobre 2014

3. I proverbi intorno alle cose

Cavolo

Chi ha del pepe, ne mette anche sul cavolo.


Cavolo riscaldato, prete spretato, serva ritornata, fan la vita avvelenata.


Cavoli riscaldati son mezzo rovinati.

Salvare capra e cavoli.
[Cercare di salvare tutto il possibile.
Deriva dal noto indovinello in cui un contadino deve traghettare da una riva a un'altra un lupo, una capra e un cavolo. Ma sulla barca può portare solo una cosa alla volta e non può lasciare sulla stessa riva, insieme, la capra e il cavolo, o il lupo e la capra.]


C'entra come i cavoli a merenda.


A undi pari ca u meli spandi, appena, appena u cavulu cundi.
Dove sembra che il miele spande, a mala pena si condisce il cavolo.
Calabria


Cotto 'l cavolo, spento 'r fòo.
[Rassegnati, quando oramai è troppo tardi, quando non c'è più niente da fare]
Toscana


Cavol riscaldato e garzon ritornato, non fu mai buono.
Toscana


Chi pon cavolo d'aprile, tutto l'anno se ne ride.
Toscana


I coi rescaudà a sùn mai bùn.
I cavoli riscaldati non hanno più sapore.
Piemonte



Matterello

Ù s'è mess e' sciadur su per e' flon dla veta.
Si è messo il matterello su per il filone della vita.
Emilia Romagna

Viri chi ti li rùgnu cu' sagnatùri!
Attento che ti picchio col mattarello!
[minaccia]
Trapani